Comunicato stampa LAV Modena 10 gennaio 2018
UNA MISURA DI CIVILTÀ: NO AI BOTTI IN CITTÀ.
LAV Modena prende posizione contro un aspetto del nuovo Regolamento di Polizia Urbana.
La proposta del nuovo Regolamento di Polizia Urbana verrà discussa giovedì 11 gennaio in Consiglio Comunale; il testo è stato consegnato settimane fa alle varie parti politiche e sono state necessarie diverse commissioni per approfondirlo.
Ci preme sottolineare che sotto il profilo della prevenzione dei danni causati dell’esplosione di botti e petardi il nuovo regolamento risulta meno chiaro ed incisivo del precedente.
È a tutti noto che ogni anno in occasione delle feste natalizie o altre celebrazioni si ripropone il drammatico problema dei botti che oltre a rappresentare un rischio certo per la sicurezza pubblica è fonte di grave stress per gli animali domestici e selvatici.
Il fragore dei botti, infatti, oltre a scatenare negli animali una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli, così, al rischio di smarrimento e/o investimento.
Gli animali, inoltre, hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e i forti rumori li mandano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, come gettarsi nel vuoto, divincolarsi follemente per strappare la catena, scavalcare recinzioni e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri.
Da segnalare inoltre come ogni anno siano tantissime le segnalazioni di cani smarriti durante le feste e numerosi gli ingressi nei canili, soprattutto di cani e gatti investiti dalle automobili, oltre purtroppo agli animali morti in seguito alla fuga dovuta al panico che si scatena in loro a seguito delle esplosioni.
Per non parlare del triste consuntivo di incidenti e lesioni, spesso di grave entità, che ogni anno si registra a carico di chi fa uso di tali ordigni.
Negli ultimi quattro anni grazie all’aumento dei provvedimenti comunali che hanno vietato botti e spettacoli pirotecnici, vi è stata una drastica diminuzione degli incidenti a questi connessi. I dati ufficiali riportano i Comuni che hanno adottato tali provvedimenti sono 850 e che dal 2013 al 2017 il numero di persone ferite è diminuito da 361 a 184, questo dimostra l’efficacia della messa in atto di tali strumenti.
Nella precedente versione del Regolamento di Polizia Urbana all’articolo 8 tra gli atti vietati su suolo pubblico veniva elencata l’esplosione di petardi, attività che di conseguenza risultava vietata tutto l’anno nell’intero territorio comunale.
Nel testo attualmente in discussione tale punto è stato omesso, mentre all’articolo 12 lo scoppio di petardi è espressamente vietato solo all’interno del perimetro del centro storico, invece al di fuori di esso lo è solo se viene dimostrato che l’esplosione stessa determina danno, disturbo o molestia a persone o animali, o nel caso di un non meglio precisato assembramento spontaneo e non.
Non si vede per quale motivo questa amministrazione abbia fatto la scelta di indebolire il divieto in questione, posto che uno dei compiti principali degli amministratori è la prevenzione di danni a persone e animali, danni che come riportano le cronache nella fattispecie risultano tutt’altro che irrilevanti.
Chiediamo pertanto il ripristino della precedente dicitura, accompagnato da efficaci misure di prevenzione e di controllo.
NUOVA CASA PER I 16 MACACHI DI MODENA
Condividiamo il comunicato nazionale aggiungendo i nostri ringraziamenti a tutti i Modenesi, sia semplici cittadini sia membri delle Istituzioni, che ci hanno aiutato in questa battaglia firmando le nostre petizioni, partecipando alle nostre manifestazioni e spronandoci con il loro entusiasmo.
Ancora grazie di cuore alle Associazioni che hanno collaborato con LAV Modena: Animal Amnesty e AnimAnimale, dimostrando che si può e si deve fare fronte comune per raggiungere obiettivi così ambiziosi.
A LAV l’onore e l’onere di mantenere e gestire i 16 primati per far loro vivere al meglio il resto della loro vita lontani dagli stabulari e dai laboratori. Per questo chiediamo ai nostri simpatizzanti di sostenerci, anche partecipando ai prossimi eventi di raccolta fondi, per dare finalmente a questi Macachi la tranquillità e le cure che si meritano.
Grazie a tutti!
Yuri Bautta
Comunicato stampa LAV 26 luglio 2016
NUOVA CASA PER I 16 MACACHI DELL’UNIVERSITA’ DI MODENA.
GLI ANIMALI, SALVI GRAZIE ALLA LAV, SONO NEL CENTRO DI RECUPERO DI SEMPRONIANO, IN MAREMMA
Foto LAV: uno dei macachi nella nuova dimora e la LAV impegnata nel trasferimento degli animali dall’Università di Modena verso il Centro di Recupero di Semproniano
Hanno una nuova casa i 16 macachi dell’Università di Modena. L’Ateneo e il Comune, in attuazione del loro Protocollo d’Intesa che sanciva la cessazione dei test sui primati non umani, hanno affidato gli animali alla LAV, ritenuta dalla Commissione tecnica e veterinaria l’associazione presentatrice della migliore proposta per assicurare ai macachi una vita serena.
La LAV, Onlus riconosciuta dai Ministeri della Salute e dell’Ambiente, con i fondi dei propri soci e simpatizzanti potrà infatti garantire le esigenze quotidiane degli animali vita natural durante con il Centro di recupero animali selvatici ed esotici di Semproniano, in Maremma.
Qui ai 16 macachi sono dedicate due nuove strutture appositamente realizzate, un medico veterinario e due specializzati in primatologia, con tutto il necessario per riprendere confidenza nel gruppo, cibarsi con frutta e verdura, riscaldati dalla luce del sole e liberi di giocare. In queste prime settimane gli animali potranno contare su un periodo di indispensabile adattamento per sentirsi al sicuro e riconoscere la loro nuova casa.
Il Centro di recupero animali selvatici ed esotici di Semproniano lavora da 20 anni per il recupero della fauna selvatica autoctona e come Centro di riferimento del Ministero dell’Ambiente per il recupero e la gestione degli animali esotici, collabora con il Corpo Forestale dello Stato per la gestione e il recupero di animali sequestrati.
26 luglio 2016
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Maria Falvo
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3 luglio 2016 – Palio degli Asini di Montecreto: basta “spettacoli” diseducativi e obsoleti che sfruttano gli animali.
Comunicato stampa LAV Modena 3 luglio 2016
PALIO DEGLI ASINI DI MONTECRETO (MO). BASTA CON QUESTI “SPETTACOLI” DISEDUCATIVI E OBSOLETI. SIAMO NEL 2016 E I PIÙ DEBOLI NON DEVONO ESSERE SFRUTTATI PER IL NOSTRO DIVERTIMENTO.
La LAV di Modena protesta per il Palio degli Asini di Montecreto di domenica 3 luglio, una delle tante manifestazioni che in Italia vedono il coinvolgimento di Asini e altri animali per il discutibile divertimento di persone ignare.
Non tutti sanno infatti che gli Asini non sono per loro natura inclini alla corsa. Le condizioni di gara non sono conciliabili con le esigenze e le caratteristiche etologiche peculiari degli Asini, che sono animali per loro natura miti, mansueti, che corrono solo quando fortemente spaventati. Proprio per questo sono i più sottoposti ad atti coercitivi durante tali eventi.
La società si sta evolvendo e dimostra sempre più rispetto nei confronti degli animali; sarebbe quindi auspicabicabile vedere molte più feste organizzate senza il loro sfruttamento. Portiamo ad esempio il caso del Palio di Lodi, molto seguito e «l’unico palio al mondo dove i cavalli non si azzoppano», come si autodefinisce, poiché nato espressamente senza cavalli vivi ma meccanici.
La festa di Montecreto non è una celebrazione di tradizioni e cultura, come invece ama definirsi, ma celebra piuttosto lo sfruttamento e brutalizzazione di animali: questo non è fare cultura. Anzi è profondamente diseducativo anche per i più piccoli, che da questi esempi apprendono soltanto che gli animali sono strumenti per il proprio divertimento, anziché esseri senzienti per cui provare empatia.
Già alcuni paesi, che proponevano Palii in passato, hanno rinunciato alle tradizionali corse di cavalli o di asini sostituendole con gare di abilità o di velocità, disputate dalla popolazione, anche con il coinvolgimento dei bambini. Manifestazioni che hanno un grandissimo successo, molto seguite da un pubblico sempre più numeroso, a dimostrazione che non servono gli animali per attrarre i turisti e rendere accattivante un pomeriggio di festa.
Aspettiamo fiduciosi il giorno in cui Montecreto si dimostrerà al passo coi tempi e sensibile, rinunciando a tale usanza e convertendo il proprio Palio in una manifestazione senza animali. Questo sì che sarebbe un buon esempio per le generazioni future.
Comunicato stampa LAV Modena
CONIGLI: MILLE SOFFERENZE E ZERO DIRITTI. IL 5 E 6 DICEMBRE A MODENA VIENI A FIRMARE LA PETIZIONE DI LAV E ANIMAL EQUALITY PER RICONOSCERLI COME ANIMALI FAMILIARI. SONO ANIMALI DA RISPETTARE, NON “DA MANGIARE”.
SU WWW.CORAGGIOCONIGLIO.IT LA DRAMMATICA REALTA’ DELL’ALLEVAMENTO PER SCOPI ALIMENTARI: UN SISTEMA DIPRODUZIONE “ULTRAINTENSIVO” TRA I PIU’ AGGHIACCIANTI, PRIVO DISPECIFICA REGOLAMENTAZIONE.
Chiedere a Governo e Istituzioni il riconoscimento del coniglio come animale familiare e una nuova legge che ne equipari la tutela giuridica a quella prevista per cani e gatti. È questo lo scopo della petizione di LAV e AnimalEquality che i cittadini potranno firmare sabato 5 e domenica 6 dicembre in centinaia di piazze italiane (www.lav.it/lav-in-piazza/emilia-romagna).
In provincia di Modena puoi firmare anche presso i tavoli LAV allestiti a:
- Modena sabato 5 e domenica 6 dicembre ore 9.00/19.00 – Piazza Matteotti
- Mirandola sabato 5 dicembre ore 9.00/12.30 – Piazza Costituente
- Sassuolo sabato 5 dicembre ore 10.00/19.00 – Piazza Garibaldi
Il coniglio è l’animale più diffuso nelle case degli italiani dopo il cane e il gatto, per un numero prossimo al milione.Ciò nonostante la sua tutela giuridica non corrisponde affatto a quella prevista per cani e gatti. Anzi. In Italia il coniglio finisce sulla tavola come pietanza. Ogni italiano, infatti, consuma 2,6 kg di carne di questo animale, soprattutto nelle regioni del Centro Sud, con il record di 10 kg in Campania, mentre la media europea è di 1,5 kg. Un consumo fortunatamente in forte diminuzione da anni, proprio per il nuovo rapporto creato dalle persone con questo animale.
“Per superare questa contraddizione e mettere fine alla produzione di carne e pelli di coniglio, chiediamo ai cittadini di recarsi in piazza e firmare la nostra petizione per offrire a questi animali la tutela e la dignità riconosciuta ai cani e ai gatti. – affermano LAV e Animal Equality – La drammatica realtà degli allevamenti di conigli “da carne” è stata oggetto della nostra video-investigazione che ha rivelato un sistema di produzione “ultraintensivo” tra i più agghiaccianti, privo di specifica regolamentazione”.
La video-investigazione è stata realizzata grazie a una squadra investigativa che si è infiltrata sotto copertura (in alcuni casi con l’ausilio di telecamera nascoste) all’interno di diversi allevamenti e macelli di conigli situati nelle zone di maggior produzione sul territorio italiano. Un lavoro complesso e senza precedenti, che ha permesso di svelare una realtà tragica: cuccioli morti e gettati a terra senza alcuna considerazione, altri lasciati a morire di fame o morti per ore nelle gabbie dove hanno vissuto per tutta la loro vita; animali malati, con tumori, non curati, ignorati, sgozzati senza pietà…
Per mettere fine a queste sofferenze, le due Associazioni hanno lanciato www.coraggioconiglio.it, un sito dedicato dove è possibile trovare informazioni e immagini per constatare “in prima persona” le condizioni in cui i conigli trascorrono la loro breve vita, “in allevamento, infatti, la vita media di un coniglio è di appena 12 settimane, le fattrici vivono al massimo 2 anni e i conigli da riproduzione 4 anni, per un consumo di carne per nulla necessario. –proseguono le Associazioni – Con la nostra petizione vogliamo salvare oltre 30 milioni di conigli che ogni anno vengono allevati e uccisi in Italia: sono animali da amare e rispettare, non mangiateli!”.
Comunicato stampa LAV 6 novembre 2015
ALLUVIONE MODENA: ANIMALI SELVATICI ACCUSATI DI AVER CAUSATO IL DISATRO DEL 2014.
LAV: LE RESPONSABILITA’ VANNO RICERCATE NELL’ASSENZA DI MANUTENZIONE, E NELLA MALAGESITONE DEI FONDI AD ESSA DEDICATI
L’ennesimo studio che suggerisce la responsabilità degli animali selvatici, nello specifico istrice, tasso e volpe rossa, come causa dell’alluvione del Secchia, nel modenese, avvenuta nel gennaio 2014. E’ quanto ha annunciato l’Ansa oggi, riportando la notizia della pubblicazione dello studio sulla rivista scientifica Water Resources Research.
Lo studio, firmato dal prof. Stefano Orlandini e dal dott. Giovanni Moretti del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dal prof. John Albertson della Cornell University di New York (USA), collaboratore abituale nel gruppo di ricerca di idrologia e costruzioni Idrauliche di Unimore, conclude indicando nella “gestione della fauna selvatica e della sua interazione con le opere idrauliche di difesa” un campo di intervento fondamentale per evitare futuri disastri.
“Cambiano le specie animali additate ma non la sostanza – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV settore Animali selvatici– e come al solito, l’unica soluzione proposta è la loro ‘gestione’, che spesso si traduce nel loro massacro, secondo una visione ancorata al decrepito approccio venatorio che non riesce a proporre nulla di diverso ed originale”.
Sottovalutato, incredibilmente, l’aspetto relativo alla manutenzione degli argini, la cui inadeguatezza era stata evidenziata appena un mese dopo l’alluvione dal direttore dell’AiPo (Agenzia interregionale per il fiume Po) Luigi Fortunato durante l’audizione presso la commissione Territorio della Regione Emilia Romagna, che sul Corriere.it dichiarava “è «inutile cercare i colpevoli» per la rottura, perché «con 18 milioni l’anno semplicemente non si può fare la manutenzione degli argini» e «l’Aipo non ha l’autonomia di bilancio per poter intervenire in maniera strutturale»; inoltre «è impossibile garantire in maniera assoluta sicurezza su fenomeni naturali», tanto che solo nella zona coinvolta «ci sono una decina di situazioni potenzialmente pericolose ogni anno»”. (http://www.corriere.it/cronache/14_febbraio_20/alluvione-modenese-nutrie-scagionate-6246beb8-9a4c-11e3-b6d7-4032582c678b.shtml).
Una gestione fallimentare denunciata anche da Report il 14 dicembre 2014, con il servizio “La cricca del Po”, che evidenziava lo sperpero di denaro pubblico che, stanziato per la manutenzione degli argini del Po e per la prevenzione degli eventuali danni procurati dalle Nutrie, finiva invece nelle tasche di funzionari compiacenti ed imprenditori veneti loro complici.
“Gli animali selvatici non sono mai “dannosi”, fanno semplicemente la loro vita. Quando però le nostre attività invadono il loro territorio, oppure si configurano come un incremento artificioso delle disponibilità di risorse alimentari, è logica conseguenza che si creino delle situazioni di conflitto. Per risolvere i conflitti tra interessi umani e presenze di animali selvatici, deve essere finalmente imposto il ricorso a misure incruente e non letali”, conclude Vitturi.
6.11.2015
Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 320.4077439