Manifestazione “Salviamo i macachi di Modena” – Sabato 28 Giugno
Fin dal 2005 era noto che uno sperimentatore dell’università di Modena portasse avanti una linea di ricerca sulle Scimmie.
Si tratta di esperimenti molto invasivi che coinvolgono il cervello e si concludono con l’uccisione dell’Animale. Nel 2010, grazie all’Ufficio Diritti Animali del Comune, siamo riusciti a incontrare il vivisettore chiedendogli la chiusura immediata di questo esperimento. In cambio la LAV si sarebbe fatta carico delle Scimmie superstiti (circa diciotto Macaca fascicularis), mettendole a dimora in un parco faunistico. Da quel giorno è cominciata una lunga e difficile trattativa che si è conclusa con la cessione di un solo Macaco. Il cucciolo, che ha un vistoso “210” tatuato sul petto, si trova ora in un parco faunistico.
Grazie all’associazione svizzera ATRA che ha offerto le risorse per il suo mantenimento e la sua cura, adesso ha l’opportunità di vivere una vita serena, con una madre adottiva e lontano dai laboratori.
Questa vicenda ha un altro aspetto positivo poiché, nell’atto di cedere il Macaco, lo stabulario ci ha firmato un impegno scritto a non sostituire quell’Animale con l’acquisizione di nuovi primati. Come tutti sanno, è recentemente entrata in vigore la nuova legge che regola la vivisezione, la quale vieta espressamente l’allevamento di primati da usare negli esperimenti. Questo significa che le università potranno fare vivisezione sui Macachi, però non potranno allevarli e dovranno quindi acquistarli, magari da altri Paesi fornitori. I vivisettori dell’università di Modena invece si trovano tra due fuochi: non solo, come succede negli altri atenei, non potranno più allevare Macachi, ma non potranno nemmeno acquistarne. Proprio a causa dell’accordo che loro stessi hanno incautamente firmato!
Per questo motivo, non appena la nuova legge sulla vivisezione è entrata in vigore, abbiamo moltiplicato i nostri sforzi per ottenere un incontro con l’università di Modena e pervenire ad un accordo volontario. Ma l’assessore all’ambiente del comune di Modena si è mostrato troppo preso dalla campagna elettorale per continuate a supportarci. Così abbiamo deciso di parlare dei Macachi di Modena sui media nazionali nella speranza che l’università si decida a chiudere questa inutile linea di ricerca.
Adesso è importante che l’attenzione sullo stabulario di Modena rimanga alta, e che i cittadini si facciano sentire con tutti i mezzi possibili affinché la nostra università si decida a compiere un gesto di civiltà e buon senso. Come tutti gli Animali, i Macachi di Modena meritano di vivere lontano dal bisturi dei vivisettori, e per riuscirci hanno bisogno di noi.
Per aiutare concretamente FIRMA LA PETIZIONE ON LINE oppure vieni a firmare la petizione cartacea sabato 14 giugno in piazza Martiri a Carpi (MO) e sabato 21 giugno sotto il Portico del Collegio in centro a Modena.
Inoltre spargi la voce e non mancare al CORTEO di SABATO 28 GIUGNO alle ore 15:00 che partirà da Largo S. Agostino (qui l’ EVENTO FACEBOOK) e percorrerà le strade di Modena.
Per maggiori informazioni e volontariato attivo: lav.modena@lav.it.
Articolo del Resto del Carlino sul sequestro del laboratorio abusivo di vivisezione a Mirandola
Cari amici,
in allegato l’articolo uscito sul Resto del Carlino il 17/12/2011 a proposito del sequestro del laboratorio abusivo di vivisezione a Mirandola.
Comunicato stampa LAV 27 maggio 2011 – SEQUESTRATO UN LABORATORIO PER LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE NON AUTORIZZATO
GDF MODENA, CON AUSILIO DI GUARDIE ZOOFILE LAV, SEQUESTRA UN LABORATORIO PER LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE NON AUTORIZZATO. SEQUESTRATI E SALVATI PIU’ DI 200 ANIMALI, TRE PERSONE DENUNCIATE
L’operazione ha avuto origine da una segnalazione del Nucleo Guardie Zoofile LAV di Modena alla Guardia di Finanza: così è stato individuato un laboratorio nel quale venivano effettuate sperimentazioni su conigli, cavie, topi e criceti, senza nessun tipo di autorizzazione sanitaria o ministeriale.
Tre le persone denunciate: un medico veterinario che effettuava la sperimentazione, l’amministratore dell’azienda e sua moglie, proprietaria del casolare. È stata sequestrata la struttura, gli animali e gli strumenti per la sperimentazione.
L’attività esercitata, quella di stabulario per animali da laboratorio e quella di sperimentazione sugli stessi non risultava esercitata in virtù di alcun atto autorizzativo previsto dalla normativa vigente. Poiché gli animali venivano sottoposti a prove di laboratorio consistenti in inoculazioni di sostanze nonché all’inserimento sottocute di materiale plastico per testarne la biocompatibilità, e alla fine della sperimentazione gli animali utilizzati venivano soppressi per effettuare esami istologici o perché incurabili, è scattata la denuncia per maltrattamento e uccisione di animali.
La struttura era visibilmente in precarie condizioni sotto il profilo igienico-sanitario, in alcune parti era addirittura inagibile. Gli animali erano tenuti in scaffali da stabulazione e utilizzati per “prove di biocompatibilità”, alcuni di loro presentavano evidenti lesioni.
“E’ la prima volta che nel nostro Paese si scopre un laboratorio per la sperimentazione animale non autorizzato e completamente sconosciuto, oltretutto in quelle condizioni – dichiara Ciro Troiano, Coordinatore Nazionale delle Guardie Zoofile della LAV – L’aspetto che lascia perplessi è che la sperimentazione era finalizzata a ottenere la certificazione per prodotti e dispositivi medicali impiegati nel settore sanitario: c’è da chiedersi quale garanzia poteva dare un laboratorio non autorizzato”.
La brillante indagine condotta dalla Guardia di Finanza, infatti, ha permesso di rilevare che presso il laboratorio sarebbero state effettuate oltre 1.300 sperimentazioni di biocompatibilità e testati 566 tipologie di prodotti medicali.
Gli animali sequestrati, conigli, cavie, criceti e topolini, sono stati affidati ad un’associazione per il recupero di animali da laboratorio e le spese di mantenimento e cura sono a totale carico della LAV (www.lav.it).
“Oltre a contestare l’inaffidabilità sul piano scientifico della sperimentazione animale, inaccettabile anche sul piano etico – precisa Michela Kuan, biologa, responsabile nazionale LAV settore Vivisezione – questo drammatico caso di illegalità, peraltro con la presunta complicità di un medico veterinario, è la riprova della necessità che il Governo e il Parlamento procedano al recepimento della Direttiva 2010/63 UE in materia di sperimentazione con il massimo rigore, prevedendo anche controlli e sanzioni efficaci.”
GUARDA LA NOTIZIA SUL TG5 (dal minuto 23.30)
27 maggio 2011
Ufficio stampa LAV 06 44461325 – 339 1742586 www.lav.it
Comunicato Stampa Lav Modena
UCCISE 5 CANI:
TRIBUNALE DI MODENA LO CONDANNA A DUE MESI DI RECLUSIONE LAV: DIFFONDERE LA CULTURA DEL RISPETTO DEGLI ANIMALI E MAGGIORI CONTROLLI PER PREVENIRE SIMILI REATI
Il Tribunale di Modena ha condannato ieri a due mesi di reclusione e su denuncia della LAV assistita dall’Avv. Elisa Vaccari, l’uomo che nel 2006 aveva ucciso 5 cani.
Il reato di uccisione di animale (544 bis del C.P.), che è solo uno dei capi di accusa per cui l’imputato è stato processato, è venuto alla luce nel Gennaio del 2008, quando le Guardie Ecologiche Volontarie, scoprirono una struttura fatiscente contenente le carcasse di 5 cani.
Le conseguenti indagini rivelarono che l’imputato, trasferitosi ormai in un’altra città, aveva gestito per anni un allevamento abusivo di cani, all’interno di strutture anch’esse abusive e in pessime condizioni.
La LAV non appena appresa la notizia del macabro ritrovamento, aveva nominato un avvocato per seguire questo delicato caso, conclusosi con una condanna per la morte dei cani, ma anche per la violazione della normativa inerente lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
“La condanna che è stata pronunciata ieri è estremamente importante per ribadire che tutti gli esseri viventi hanno dei diritti. Primo tra tutti il diritto a vivere, e a vivere un’esistenza dignitosa – dichiara Daniela Cavazzuti – Responsabile LAV di Modena – anche se due mesi di reclusione, per riassumere la morte di 5 cani e le precedenti condizioni di detenzione può sembrare un risultato minimo. Ringraziamo l’Avv. Elisa Vaccari per il suo preziosissimo aiuto e speriamo che questo episodio serva a ricordare a tutti quanto ogni vita sia importante”.
Ufficio Stampa LAV Modena – 320/4795021
COMUNICATO STAMPA
UCCISE 5 CANI:
TRIBUNALE DI MODENA LO CONDANNA A DUE MESI DI RECLUSIONE.
LAV: DIFFONDERE LA CULTURA DEL RISPETTO DEGLI ANIMALI E MAGGIORI CONTROLLI PER PREVENIRE SIMILI REATI
Il Tribunale di Modena ha condannato ieri a due mesi di reclusione e su denuncia della LAV assistita dall’Avv. Elisa Vaccari, l’uomo che nel 2006 aveva ucciso 5 cani.
Il reato di uccisione di animale (544 bis del C.P.), che è solo uno dei capi di accusa per cui l’imputato è stato processato, è venuto alla luce nel Gennaio del 2008, quando le Guardie Ecologiche Volontarie, scoprirono una struttura fatiscente contenente le carcasse di 5 cani.
Le conseguenti indagini rivelarono che l’imputato, trasferitosi ormai in un’altra città, aveva gestito per anni un allevamento abusivo di cani, all’interno di strutture anch’esse abusive e in pessime condizioni.
La LAV non appena appresa la notizia del macabro ritrovamento, aveva nominato un avvocato per seguire questo delicato caso, conclusosi con una condanna per la morte dei cani, ma anche per la violazione della normativa inerente lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
“La condanna che è stata pronunciata ieri è estremamente importante per ribadire che tutti gli esseri viventi hanno dei diritti. Primo tra tutti il diritto a vivere, e a vivere un’esistenza dignitosa – dichiara Daniela Cavazzuti – Responsabile LAV di Modena – anche se due mesi di reclusione, per riassumere la morte di 5 cani e le precedenti condizioni di detenzione può sembrare un risultato minimo. Ringraziamo l’Avv. Elisa Vaccari per il suo preziosissimo aiuto e speriamo che questo episodio serva a ricordare a tutti quanto ogni vita sia importante”.
Ufficio Stampa LAV Modena – 320/4795021