DIBATTITO IN MOSTRA

MARK DION. CONCERNING HUNTING: DIBATTITO IN MOSTRA
LA CACCIA NEL MIRINO DI LAC, LAV, WWF ED ENPA

GIOVEDI’ 23 APRILE 2009, ORE 20,30
PALAZZO SANTA MARGHERITA, corso Canalgrande 103, Modena

La mostra Mark Dion. Concerning Hunting, allestita a Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103 a Modena, ospiterà giovedì 23 aprile 2009 alle 20,30 un pubblico dibattito sul tema della caccia organizzato dalle associazioni LAV, LAC, WWF ed ENPA. Curata da Dieter Buchhart e Verena Gamper, promossa dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dopo aver suscitato diversi interventi e vivaci polemiche fin dalla sua apertura, prima di chiudere i battenti apre le porte alle associazioni ambientaliste.
Dopo le presentazioni a cura di Laura Panini, LAV Modena, interverranno Carlo Consiglio, Presidente LAC e Professore Emerito in Zoologia presso l’Università La Sapienza di Roma “Aspetti poco noti della caccia” (20,45 – 21,15), Massimo Montanari, Segretario Regionale WWF, “Derogare alla legalità” (21,15 – 21,45), Massimo Vitturi, Responsabile Nazionale LAV -Onlus “Richiami vivi – una vita senza ali” (21,45 – 22,15), Laura Panini, LAV Modena, “Divieto di utilizzo richiami vivi nella Provincia di Parma ed esperienze della Provincia di Modena” (22,15 – 22,30), Stefano Giovannini, Responsabile Fauna Selvatica per la Provincia di Modena per ENPA, “La legge 157/92 e la gestione faunistica:scienza e metodologie ecologiche a confronto in favore della lobby venatoria” (22,30 – 23,00). Conclusioni e saluti Emilio Salemme, Responsabile LAC di Modena.
Coordina il dibattito Angela Vettese, Direttrice della Galleria Civica di Modena.

Come più volte sottolineato si tratta di una una mostra che esprime l’interesse che la caccia in quanto fenomeno antropologico esercita sull’artista americano Mark Dion.
A Modena, una delle tappe della circuitazione internazionale della personale che interessa, oltre all’Italia, Austria, Danimarca e Germania, sono presenti cinque torrette d’appostamento ispirate a cinque diverse tipologie di cacciatori e sei stendardi in feltro oltre all’opera Men and Game proveniente dal Musée de la Chasse et de la Nature di Chambord. Non si tratta di un’apologia della caccia ma di una riflessione sui caratteri umani, sul rapporto vittima-carnefice, sui vizi capitali (gola, accidia, superbia, eccetera) e in generale si inscrive nel lavoro di un artista il cui carattere più specifico consiste nell’esaminare la natura e tutti i modi in cui questa è stata osservata, studiata, trattata dall’uomo, dal museo di storia naturale al teatro anatominco, dagli erbari fino, appunto, alla caccia.
Al di là delle contraddizioni di cui è portatrice la caccia interessa all’artista per la sensibilità del cacciatore e la sua profonda conoscenza della natura.
A conferma di come l’arte debba innazitutto essere occasione di pensiero e di riflessione questa mostra si inserisce perfettamente nel quadro complessivo dei temi già indagati nel corso degli ultimi quattro anni attraverso personali o collettive di altri artisti.
Non sono mancate occasioni per riflettere sulla necessità di relazione tra popoli che si affacciano sullo stesso mare (Michelangelo Pistoletto), sul dramma dell’esilio degli esuli tibetani, (Melina Mulas), sull’idea di una città come Modena che cambia e che resta nella memoria (Franco Vaccari e il prossimo mese di maggio Olivo Barbieri), sul controllo che viene esercitato su tutti noi da macchinari nascosti (Lewis Baltz), sul problema dell’ossessione (Katharina Grosse, Yayoi Kusama), sul senso di sacro e di mitico che talvolta pervade anche gli animi laici, soprattutto in relazione ai ricordi della propria infanzia (Katharina Fritsch), sull’ipertrofia contemporanea dell’individualismo (la collettiva Egomania), sugli effetti della bomba atomica (Shomey Tomatzu), sulla nostalgia di casa degli emigranti (Adrian Paci, Ugo Rondinone, Runa Islam), sul disorientamento (Tobias Putrih), sui molti volti che può assumere il rapporto tra uomo e natura, entità sia originaria che artificiale verso la quale proviamo sentimenti ambivalenti (Piero Gilardi), ambiente che ancora riserva e suscita facino (la collettiva Sguardi da Nord), o come sfondo migliore su cui si è stagliata l’idea romantica del Sublime (The Sublime is now).
La mostra di Mark Dion prosegue dunque il percorso di riflessione ed indagine sulla natura cui la Galleria Civica di Modena si è dedicata da tempo e lo fa dal suo punto di vista, cioè proponendo un’indagine artistica e poetica. D’altro canto si rende disponibile, e non potrebbe essere diversamente date le premesse, ad accogliere un dibattito che riguarda più da vicino la caccia come una prassi contemporanea che deve fare i conti con gli equilibri naturali, le norme che la regolamentano, e tutte le voci che a vario titolo si levano pro o contro di essa. Il dibattito è ad ingresso libero e gratuito

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